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ddd, updated 6/19/25, 10:10 AM

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Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza

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Sul Sito "Prima Loro": estratti di un articolo del prof. Sachs e di Sybil Fares sulla vera
storia del nucleare iraniano e di un manifesto per la pace di un'ala del SPD tedesco .


SGOMENTO

Cari amici,

sgomento. Purtroppo, non c'è altra parola che questa per esprimere la nostra reazione di
fronte alla turpitudine a cui, abusando dello Stato che tiene in mano, sono giunti gli autori
del genocidio di Gaza e ora della terroristica, “prossima guerra alla vittoria” ma senza
essere stata dichiarata, contro i fratelli iraniani.

Ma lo sgomento non è tanto per il pericolo a cui sono ormai esposte le nostre vite, come le
vite di tutti, in questo ritorno alla “stato di natura” di uccidibilità generalizzata a cui ci hanno
riportato i signori della fama e della guerra, ma soprattutto per l'identità di questi
governanti e dei popoli che se ne fanno complici.

Anzitutto dei autori dei valori dell'Occidente. Non li mettiamo tra virgolette - “valori” -
perché sono veri valori: ad essi siamo stati allevati fin da bambini. abbiamo anche cercato
di fare qualcosa per alimentarli e farli crescere fino a più alta statura; e non sono “nostri”
perché proprio in quanto non sono “nostri” sono valori. Essi sono per noi non solo perché
ce li hanno trasmessi Giustiniano, Fichte e Sturzo, ma perché sono stati portati sulle spalle
di milioni di martiri, di servi signori ed operai, ed ecco ora parlano solo di morte, con la
bella e dirimente legittimazione che gli altri sono pericolosi e cattivi, e forse un giorno
avranno perfino l'atomica e si metteranno ad abbaiare. E lo si fa con la noncuranza di chi
opera dall'alto di una sorta di superiorità castale, come diceva Dossetti a proposito della
strage di Marzabotto.

Ma ancora di più siamo sgomenti (benché di questo non parli nessuno) per il nome oggi
associato all'epicentro della crisi e del suo rischio estremo, che abbiamo sempre pensato
non covasse in Ucraina e in Europa, ma tra il mare e il Giordano. Siamo profondamente
addolorati cioè per il protagonismo egemone che in questa corsa alla rovina hanno
assunto quanti non solo sono aggressori come gli altri ma Qui noi siamo accomunati alle
vittime dell'antisemitismo, e vittime noi stessi, non perché andiamo a misurare in che
proporzione la fede ebraica sia inclusa nella nostra fede, e tanto meno quale tasso di
identità semitica sia presente nella nostra eredità genetica o spirituale (anche come figli di
Abramo), ma perché per nessuno, per nessuno, deve venir meno (né qui né nel “resto del
mondo”) quel patrimonio prezioso che è il giudaismo, come del resto il cristianesimo,
l'Islam, il giainismo.

Che deperiscano, è nell'andamento attuale delle cose, in questi tempi di modernità, ed è
capitato a tutti, benché in forme diverse e in tempi diversi: certo oggi l'Ayatollha Khamenei
non ha alcuna intenzione di venire a Roma per uccidere il Papa. Ma non si era mai visto
che una religione della salvezza, e di una salvezza promessa a tutti, fosse alacremente
allestita come veicolo all'abisso (“i carri di Gedeone”!) e come agente della fine; così come
nessuno Stato confessionale era mai andato all'ONU a impartire la maledizione a metà del
mondo lì presente. E meno male che si può lasciare fuori il nome di Dio, grazie
all'escamotage moderno del “post-teismo”.


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Ma il gioco potrebbe sfuggire di mano, e la stessa esistenza dello Stato di Israele potrebbe
non più essere possibile. “Il suicidio di Israele”, questo grido d'allarme, lanciato da una
eminente personalità ebraica come Anna Foa e da molti altri, purtroppo non è stato
raccolto né dallo Stato Sionista né dalla Diaspora. La malattia letale ben nota in natura è la
malattia autoimmunitaria, si scatenano tanti anticorpi per la propria difesa: antinucleari,
antimissili, antiterrorismo, antislamismo, che ti uccidono perché si rivolgono contro te
stesso, e l'onda d'urto potrebbe investire anche al di là dello Stato, tutto il popolo ebraico.
Si avvererebbe così il paradosso che proprio l'ipotesi sionista, di rendere sicuro il popolo
ebraico nel mondo attribuendo il monopolio della violenza per la sua difesa allo Stato-
nazione degli Ebrei, si risolvebbe nella causa del suo massimo pericolo; e troverebbero
verifica, ma troppo tardi, le tesi di quella larga parte dell'ebraismo religioso e rabbinico
secondo le quali le promesse messianiche non dovessero intendersi come volte a
realizzarsi in uno Stato, se non al rischio di “una fiammeggiante apocalisse” (Taubes).

Questo rischio è stato corso anche dalla Chiesa cattolica in Occidente con il suo regime
costantiniano o “di cristianità”, ma per fortuna ne è uscita con la perdita del potere
temporale, il Concilio Vaticano II e papa Francesco.

Di tutto queto portiamo il dolore. Convinti, però, che la partita della salvezza non è chiusa.
E nemmeno della pietà.

Nel sito pubblichiamo l'estratto di un articolo del prof. Sachs e di Sybil Fares sulla vera
storia del nucleare iraniano e l'estratto di un manifesto per la pace di un'ala del SPD
tedesco .

Con i più cordiali saluti,

da “Prima Loro” (Raniero La Valle).