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Movimenti di Lotta per la Salute, l'Ambiente, la Pace e la Nonviolenza
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Nei giorni scorsi abbiamo superato la soglia dei 1000 morti sul lavoro, di cui 702 sui
luoghi di lavoro, nel 2025.
La lobby continua a fare gioco di squadra: mai dire chiaramente che i dati dell’INAIL
riguardano solo i lavoratori assicurati presso quell’Istituto. Tutti lo sanno, lo sanno gli
italiani che seguono in massa i post dell’Osservatorio, ma la politica fa finta di niente:
«Non lo dice INAIL, quindi non sono morti».
E guai a denunciare a Eurostat – l’Istituto europeo di statistica – che i morti reali sono
molti di più in Italia: quale figura farebbero i nostri politici che in 18 anni non ho mai
visto adottare interventi seri e strutturali per fermare questa carneficina?
Basta scandalizzarsi solo per i 4 morti sul lavoro avvenuti ieri: la media quotidiana è
sempre più di 4, anche il sabato e la domenica. È uno scandalizzarsi di facciata,
destinato a lasciare tutto com’era prima, senza toccare gli interessi che ruotano attorno
alla “sicurezza”. In Parlamento ci sono i referenti di questa lobby: l’ho constatato in 18
anni di monitoraggio. Qui girano miliardi, e intanto la stampa e le televisioni danno
ampio spazio a certe giornate simboliche, ma tacciono sulle vittime più invisibili, i più
poveri, che continuano a morire ogni giorno nel silenzio generale.
Solo in agricoltura, dall’inizio dell’anno, sono già 102 gli agricoltori schiacciati dal
trattore. La stragrande maggioranza non compare nelle statistiche INAIL perché non
erano dipendenti.
In questi giorni sto preparando un dossier che consegnerò alla Procura della Repubblica,
basato sulla raccolta dati dell’Osservatorio: vedremo se emergeranno responsabilità.
Con profondo dispiacere, intanto, ho appreso della morte del sindacalista ed ex senatore
della Repubblica Paolo Nerozzi: l’unico parlamentare che in tutti questi anni mi ha dato
una mano, senza vedermi come un “nemico rompiballe”.
luoghi di lavoro, nel 2025.
La lobby continua a fare gioco di squadra: mai dire chiaramente che i dati dell’INAIL
riguardano solo i lavoratori assicurati presso quell’Istituto. Tutti lo sanno, lo sanno gli
italiani che seguono in massa i post dell’Osservatorio, ma la politica fa finta di niente:
«Non lo dice INAIL, quindi non sono morti».
E guai a denunciare a Eurostat – l’Istituto europeo di statistica – che i morti reali sono
molti di più in Italia: quale figura farebbero i nostri politici che in 18 anni non ho mai
visto adottare interventi seri e strutturali per fermare questa carneficina?
Basta scandalizzarsi solo per i 4 morti sul lavoro avvenuti ieri: la media quotidiana è
sempre più di 4, anche il sabato e la domenica. È uno scandalizzarsi di facciata,
destinato a lasciare tutto com’era prima, senza toccare gli interessi che ruotano attorno
alla “sicurezza”. In Parlamento ci sono i referenti di questa lobby: l’ho constatato in 18
anni di monitoraggio. Qui girano miliardi, e intanto la stampa e le televisioni danno
ampio spazio a certe giornate simboliche, ma tacciono sulle vittime più invisibili, i più
poveri, che continuano a morire ogni giorno nel silenzio generale.
Solo in agricoltura, dall’inizio dell’anno, sono già 102 gli agricoltori schiacciati dal
trattore. La stragrande maggioranza non compare nelle statistiche INAIL perché non
erano dipendenti.
In questi giorni sto preparando un dossier che consegnerò alla Procura della Repubblica,
basato sulla raccolta dati dell’Osservatorio: vedremo se emergeranno responsabilità.
Con profondo dispiacere, intanto, ho appreso della morte del sindacalista ed ex senatore
della Repubblica Paolo Nerozzi: l’unico parlamentare che in tutti questi anni mi ha dato
una mano, senza vedermi come un “nemico rompiballe”.